Mentre
l’estate è ormai al tramonto, a Legnago c’è un gruppo di sette richiedenti
asilo che, dall’inizio della stagione, si impegna ogni giorno per pulire e
riordinare gli istituti scolastici e prepararli per i nostri ragazzi che
proprio in questi giorni tornano sui banchi di scuola.
Fra loro c’è anche chi aiuta le cuoche con i pasti dei piccoli e piccolissimi alla scuola materna/nido, e chi tiene compagnia agli anziani preparando bibite al bar durante il quotidiano ritrovo del pomeriggio.
Fra loro c’è anche chi aiuta le cuoche con i pasti dei piccoli e piccolissimi alla scuola materna/nido, e chi tiene compagnia agli anziani preparando bibite al bar durante il quotidiano ritrovo del pomeriggio.
Queste
ragazze hanno chiesto fin dal loro arrivo all’Ostello Adige, lo scorso
novembre, di rendersi utili e di lavorare, anche gratuitamente, sia per dare un
senso al loro tempo, sia per dimostrare gratitudine al Paese che le accoglie.
L’Associazione Iride che le ospita, ha attivato dunque dei tirocini formativi, con il contributo della Fondazione Comunità Veronese, e grazie alla gentile collaborazione e accoglienza degli istituti di scuola superiore di Porto di Legnago (Liceo Statale G. Cotta, Istituto Medici, Istituto Silva-Ricci), della Scuola dell’Infanzia Maria Bambina di Vangadizza e del Circolo Auser di Cerea (per attività di volontariato).
L’Associazione Iride che le ospita, ha attivato dunque dei tirocini formativi, con il contributo della Fondazione Comunità Veronese, e grazie alla gentile collaborazione e accoglienza degli istituti di scuola superiore di Porto di Legnago (Liceo Statale G. Cotta, Istituto Medici, Istituto Silva-Ricci), della Scuola dell’Infanzia Maria Bambina di Vangadizza e del Circolo Auser di Cerea (per attività di volontariato).
Forse
nessuno si accorgerà che quel gruppetto di anziani che si ritrova ogni
pomeriggio, è lieto di avere una nuova amica che con allegria e cura tiene
compagnia e prepara qualche bibita.
Forse, quando si riapriranno le porte della scuola, nessuno si accorgerà di chi c’è dietro a quelle aule pulite, ordinate e pronte al nuovo anno, ma non dimentichiamo che le persone che beneficiano di tutto questo siamo proprio noi e i nostri figli.
Forse, quando si riapriranno le porte della scuola, nessuno si accorgerà di chi c’è dietro a quelle aule pulite, ordinate e pronte al nuovo anno, ma non dimentichiamo che le persone che beneficiano di tutto questo siamo proprio noi e i nostri figli.
Una società
accogliente non ha bisogno di sapere
quale tragedia c’è alle spalle del prossimo, ciò che conta è saper tirare fuori
da una persona quanto di buono essa ha da dare.
Ma per fare questo serve la prospettiva giusta: se si osserva l’altro con la lente che cerca le differenze, continueremo a sentirci vittime di ingiustizie, troveremo sempre chi ci sembra avere di più, o sottrarci qualcosa.
Invece serve la capacità di un atteggiamento, sì critico, ma di apertura al prossimo, di chi si pone nella condizione di ricevere un’opportunità nell’incontro, partendo dal presupposto che chi ci sta davanti può avere molto da dare.
Ma per fare questo serve la prospettiva giusta: se si osserva l’altro con la lente che cerca le differenze, continueremo a sentirci vittime di ingiustizie, troveremo sempre chi ci sembra avere di più, o sottrarci qualcosa.
Invece serve la capacità di un atteggiamento, sì critico, ma di apertura al prossimo, di chi si pone nella condizione di ricevere un’opportunità nell’incontro, partendo dal presupposto che chi ci sta davanti può avere molto da dare.
E’ così che
si crea senso di appartenenza e comprensione reciproca, di valorizzazione delle
risorse di ognuno.
Che questi
bambini, studenti e anziani possano pensare che qualcuno ha fatto qualcosa per
loro, pur venendo da mondi lontani e con storie di grande sofferenza, senza
chiedere nulla in cambio, è un messaggio importante che non possiamo
tralasciare.
Un messaggio che insegna il valore della gratuità, perché è nel dare che si riceve, in una logica che vede l’altro non come portatore di privilegi, ma come meritevole di diritti (all’istruzione, accoglienza, comprensione, amicizia…)
Un messaggio che insegna il valore della gratuità, perché è nel dare che si riceve, in una logica che vede l’altro non come portatore di privilegi, ma come meritevole di diritti (all’istruzione, accoglienza, comprensione, amicizia…)
Ognuno di
noi, bambino, adulto o anziano, è anche il prodotto di chi incontra lungo il
cammino.
L’Associazione
Iride ringrazia calorosamente tutti gli enti citati per la collaborazione nella
realizzazione di queste
esperienze, e la Fondazione Comunità Veronese che ha contribuito a rendere possibile tutto questo.
esperienze, e la Fondazione Comunità Veronese che ha contribuito a rendere possibile tutto questo.









